TORNINO I MANIFESTI POLITICI SUI MURI DELLE NOSTRE CITTÀ
Le nostre città sono state spogliate, disseccate, rese aride e senza cuore; dopo aver visto tanto, ora languono ignude e prive di slancio, sorde ad ogni nuovo coinvolgimento, dacché la politica le ha abbandonate. Eppure si tratta di vita e di morte, di guerra e di pace, di povertà e ricchezza, di fame e sofferenza, di sangue e vertigine. Ma, abbandonate le città, gli uomini politici fanno a gara per stare intorno ai tavoli che prepara ogni giorno la tivù, dove qualsiasi cosa, anche la più drammatica, diventa di zucchero.
Una volta erano comizi e manifesti ad animare il dibattito politico; ora la gente usa rivolgere la propria delega agli agitatori di turno, ai vari Gabibbo, con tutte le possibilità di mistificazione che la cosa comporta.
Ho pensato a questo guardando un bel manifesto che dice chiaro e tondo “Contro il terrorismo sempre… con Berlusconi mai”. Non m’interessa entrare nel merito dello scritto, ma apprezzare una posizione finalmente espressa ai cittadini con tanta chiarezza. È possibile che in un momento così delicato e drammatico per l’intera comunità europea praticamente nessun partito, di destra e di sinistra, senta il dovere di manifestare apertamente la propria posizione; che gli uomini politici si rivolgano al pubblico televisivo, non alle genti vive e palpitanti delle nostre città?
La riposta ci viene da quello ch’è successo a Madrid, nella vicina Spagna, con lo sterminio di centinaia di inermi e il successivo risultato delle elezioni politiche, che hanno mandato all’opposizione il partito del presidente Aznar. Egli aveva un governo solidissimo, che veniva accreditato di una vittoria a mani basse sui socialisti; aveva anche, dalla sua, una televisione obbediente della quale, in tutti questi anni, ha approfittato per lanciare i propri proclami ai cittadini. Convincendosi perfino di poter usare tutti quei morti per mentire. L’opposizione ha giocato di rimessa, rivolgendosi non alla televisione, ma alla piazza, coinvolgendo le popolazioni della Galizia, delle Asturie, della Castiglia, di Navarra, delle province Basche e d’Aragona, della Catalogna, dell’Estremadura e dell’Andalusia, tutte con una lunga tradizione di pacifismo. Le elezioni hanno dimostrato che quel mostro che abbiamo nelle nostre case non è invincibile, poiché il Pinocchio spagnolo, nonostante tutto, è stato infine sconfessato.